Il meraviglioso paesaggio gaetano, durante la tarda Età Repubblicana, divenne un’ambita meta di soggiorno per la nobiltà romana. Non soltanto maestose dimore dei membri dell’aristocrazia urbana e addirittura della famiglia imperiale disseminate lungo il litorale, ma anche infrastrutture di servizio legate al porto ed edifici di culto dei quali sopravvive talvolta un’eco, come per la località Serapo evidentemente legata a un Tempio di Serapide. Le testimonianze archeologiche permettono di datare tra la meta del I secolo a.C. e il II secolo d.C. il periodo di massimo sviluppo edilizio dell’abitato; le dimore sorte tra Gaeta e Formia, spesso erano complete di piscine per l’itticoltura. Di queste imponenti costruzioni, restano solo piccole testimonianze, come il complesso residenziale, denominato delle “Acque Salse” all’estremità settentrionale della lunga spiaggia di Sant’Agostino o la villa di San Vito, andata ampiamente distrutta nella costruzione della moderna strada statale. Del complesso rimangono soltanto alcune strutture del settore a mare, in opus reticolatum di calcare ubicate sulla piccola spiaggia omonima.
Della vita romana resta qualche suggestivo ricordo visibile girando per la città: dall’opus reticulatum presente nella zona di Porto Salvo e in via Indipendenza, il muro reticolato sull’Appia o l’opus spicatum nella zona di S. Erasmo, dove è possibile anche ammirare una colonna romana con capitello incastonata in un muro di Epoca Medievale. Ma è il Campanile della Cattedrale di Santa Maria Assunta in Cielo, meglio conosciuta come Cattedrale dei Santi Erasmo e Marciano, a custodire gelosamente il patrimonio dell’epoca romana con colonne, sarcofagi e fregi dorici ripresi dal Mausoleo di Lucio Sempronio Atratino.